Dopo aver preso alcune multe per
infrazioni al codice della strada a Bologna, aveva presentato
ricorsi al prefetto contro le sanzioni, ritenendole infondate.
   
Ai ricorsi, però, non è mai stata data risposta, e il cittadino
aveva quindi presentato domanda di annullamento in autotutela.
   
Ma nonostante questo il Comune ha emesso per lui cartelle di
pagamento per alcune migliaia di euro. Anni dopo e dopo che
l’uomo, assistito dall’avvocato Jacopo Mannini, ha dovuto
opporsi, le ingiunzioni, risalenti al 2021 e al 2023, sono state
infine annullate da due diversi giudici di pace, per il
principio del silenzio assenso: se il prefetto non risponde ad
un ricorso contro una sanzione entro i termini di legge (210
giorni), il ricorso viene considerato accolto. In entrambi i
casi è stata portata la prova documentale del ricorso,
notificato via Pec al prefetto, che non risulta aver mai
risposto.
   
“Accolgo con soddisfazione queste due sentenze che confermano
la fondatezza delle nostre ragioni e, mi permetto di dire, la
qualità del lavoro svolto. Il giudice di pace – dice l’avvocato
Mannini – ha correttamente riconosciuto l’efficacia del silenzio
-assenso a seguito dell’inerzia del Prefetto, annullando due
ingiunzioni che non avrebbero dovuto essere mai emesse. Resta
però l’amarezza per un sistema che costringe i cittadini a
rivolgersi al giudice per ottenere ciò che l’Amministrazione
avrebbe potuto e dovuto riconoscere in via di autotutela. È una
distorsione che appesantisce inutilmente la macchina della
giustizia e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.
   

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA