E’ allarme dei consumatori sui prezzi dei carburanti, a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto per il riallineamento delle accise. Le principali associazioni di difesa degli utenti puntano il dito sul fatto che, invece di vedere l’auspicato adeguamento dei listini, si assiste già al rialzo dei prezzi del diesel a cui non fa fronte però il ribasso di quelli della benzina. E c’è già chi decide di procedere per vie legali.Secondo quanto stabilito dal decreto del ministero dell’Ambiente e di quello dell’Economia adottato in attuazione del dlgs della delega fiscale sulla revisione del sistema, l’accisa sulla benzina cala di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) passando a 713,40 euro per mille litri dai precedenti 728,40 della vecchia aliquota, mentre l’accisa sul gasolio usato come carburante sale di 15 euro per mille litri (1,5 centesimi al litro) a 632,40 per mille litri, contro i precedenti 617,40 euro.
Per l’Unione Nazionale Consumatori il riordino delle accise avrebbe dovuto essere, a parità di litri consumati, “una partita di giro”, con il gasolio che sarebbe dovuto costare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22%, e la benzina che sarebbe dovuta scendere in modo corrispondente.E invece, avverte, “come temevamo, purtroppo, non è così”. Il presidente Massimiliano Dona lamenta che “il gasolio è salito ma la benzina non è praticamente scesa”. L’Unc ha infatti elaborato uno studio basato sulle medie regionali calcolate giornalmente dal Mimit da cui emerge che in autostrada, per la benzina self service si registra “l’impalpabile e ridicola riduzione di 0,1 cent (-5 cent per 1 pieno di 50 litri), mentre il gasolio è rincarato di 1,5 cent al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto”. Nelle regioni, prosegue l’associazione che ha fatto una media aritmetica tra i prezzi medi regionali, “la benzina è diminuita di appena 0,4 cent, ossia si risparmiano 20 cent a rifornimento, il gasolio invece è aumentato di 1,3 cent al litro, pari a un costo aggiuntivo di 66 cent per un pieno, ossia oltre 3 volte tanto rispetto alla benzina”.
Una situazione, questa, che induce il Codacons a ricorrere alla magistratura. L’associazione avverte infatti che sta preparando un esposto a 104 Procure della Repubblica “affinché aprano indagini sul territorio alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata e aggiotaggio”. I prezzi dei carburanti alla pompa “stanno subendo modifiche non omogenee, con un deciso aumento del gasolio ma ribassi minimi per la benzina”, afferma il Codacons. Che sottolinea come, per effetto del riordino delle accise, i listini alla pompa della benzina avrebbero dovuto subire una generalizzata diminuzione per 1,5 centesimi di euro a partire dal 15 maggio scorso, “ma sulla rete si assiste a riduzioni minime dei prezzi della verde”. Al contrario, anche secondo le rilevazioni del Codacons, il gasolio ha registrato un deciso rialzo come effetto della misura fiscale, portando un pieno a costare 0,915 euro in più a vettura.
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