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SIMONE BERRA – PIRELLI CHIEF ENGINEER

“Una giornata che, per certi versi, è difficile da interpretare perché abbiamo avuto una seconda sessione in cui nessuno ha potuto girare con un minimo di continuità a causa delle quattro bandiere rosse ma ha comunque permesso di trarre alcune indicazioni importanti. Innanzitutto, la pista si è dimostrata nettamente più veloce dello scorso anno, basti pensare che il miglior tempo di Piastri è già più basso della pole 2024. Ciò è dovuto non soltanto al naturale progresso prestazionale dell’attuale generazione di monoposto ma anche – e in maniera significativa – alla maggior aderenza offerta dall’asfalto nuovo posato nel tratto di pista che va dall’uscita della chicane fino al termine del primo settore: più della metà del progresso cronometrico da un anno all’altro – prendendo in esame le due sessioni comparabili (FP1) – può essere attribuita, appunto, al primo settore.

Anche se nella seconda sessione non è stato possibile per nessuno fare dei long run, abbiamo raccolto un po’ di dati nella prima, quando diversi piloti hanno effettuato lunghe serie di giri, differenziandosi fra loro in termini di mescole usate. In linea di massima, salvo pochissime eccezioni, non abbiamo registrato graining e abbiamo visto come tutte e tre le mescole possono giocare, almeno sulla carta, un ruolo in gara. Peraltro, abbiamo notato come, all’opposto di quanto accaduto nel 2024, tre quarti dei piloti hanno già scelto di non conservare entrambi i set di Hard.

Il livello di degrado misurato oggi nei long run è minore rispetto alle previsioni e ciò può far ipotizzare come la sosta singola possa risultare addirittura più competitiva del doppio pit-stop che, sulla carta, era la strategia più rapida. Staremo a vedere come evolverà la situazione, anche in funzione delle previsioni meteorologiche, che danno pioggia nella notte fra sabato e domenica”.



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